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L'unico testimone

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OniriaeViator's avatar
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La tavola calda era affollata di gente fino a qualche ora fa. Lo so perché ho aspettato tutta la sera in attesa che succedesse qualcosa. Ho portato dietro un giornale, un libro, un blocco di appunti e il mio pc. La cameriera rossa ha continuato a versarmi caffè, facendomi sorrisi grandi come un palazzo, per tutta la mia permanenza. Io ho cercato di ignorarla, ma cavolo, è veramente bella, non di quel bello da attrice o da modella, finto e ritoccato, bella naturale nel modo che quando entra nella stanza la giornata va subito meglio.
So che si farà vedere, magari un minuto prima dell’orario di chiusura, magari dopo, magari è già qui. Deve farsi notare, vuole farlo, altrimenti non avrebbe mandato quella lettera anonima. Dopo mesi di ricerche sono a un passo dallo scoprire la verità, ma la verità, per ora, se ne resta fuori tiro, magari intimorita da queste persone, ormai poche, che entrano e poi vanno via, ignari di tutto. Due poliziotti sono entrati mezz’ora fa discutendo un loro caso. Spero soltanto che non l’abbiano messo in allarme. Il mio obbiettivo è una persona pericolosa, ma non pensate ad un terrorista. È una persona pericolosa per via di quello che sa, ha visto, ha fatto, per i posti in cui è stato. Non ho mai capito se ha scelto quella vita o ci si è semplicemente trovata in mezzo. Diavolo, al suo posto non so cosa avrei fatto davvero, se me la sarei data a gambe, se mi sarei suicidato o se avrei fatto quello che ha fatto lei. Magari è diventata così per via di ciò che ha scelto di fare, ma è per via di quello che fa che è diventato pericoloso. Non per tutti, solo per qualcuno.
La tv accesa ronza sulle notizie, sparatorie, incidenti, politica, jet-set, televisione e cinema ma niente di ciò ha realmente importanza. Quello che mi interessa lo sa solo questa persona. Non ho un nome, non ho un volto, ho solo delle testimonianze vaghe, voci, congetture che lui sappia ciò che è successo davvero.
Un barbone che beve caffè in un angolo, una coppia di vecchi che mangiano, un signore in giacca e cravatta dall’aspetto stanco che continua a controllare il telefono, un paio di ragazzi che giocano a vecchi videogames da sala sul fondo del locale, un uomo ed una donna che si tengono per mano esprimendosi i propri melensi pensieri. Questi sono i miei candidati per il momento, se escludo il personale del locale. Ma non credo che sia tra loro: una cassiera sopra i 50 con più trucco che fiato, la rossa, il cuoco e il barista.
Probabilmente la mia ragazza sarà stata molto scocciata quando le ho detto che cancellavo la cena per venire qui, ma era fuori questione che me la portassi dietro: sono 5 ore che sono qui seduto, facendo delle pause per sgranchirmi le gambe. Ho approfittato per portarmi in pari con il lavoro, rapporti e queste cose noiose che volgarmente tutti chiamano “scartoffie”. Il mio partner mi ha mollato quando gli ho detto che sarei stato qui per tutto il tempo necessario, ha borbottato qualcosa sull’avere di meglio da fare ma non ho capito il resto mentre la porta del mio ufficio si chiudeva.
Fuori i ragazzi e i due vecchi. Siamo rimasti in pochi e stringo il cerchio dei sospetti. Anche il barbone, dondolando, esce. Accidenti, avrei davvero puntato su di lui. Ed è anche per questo che non gioco mai d’azzardo, non capisco un tubo di bluff e quotazioni, statistiche e probabilità. Che sia l’uomo col telefono?
No, se ne va pure lui. Non mi resta che la coppia di innamorati, il personale o qualche nuovo avventore.
Gli innamorati se ne vanno e io resto a terra, senza un'idea, senza una possibilità. Un uomo entra e chiede se hanno delle sigarette, ma qui non le vendono, ed esce subito. Spengono la tv, cominciano a fare la chiusura della cassa quindi impacchetto le mie cose e lascio i soldi sul tavolo. Quando mi alzo noto che avevano già pulito tutto, stavano solo aspettando che io mi alzassi per fare il mio tavolo e per finire il pavimento. Esco praticamente insieme al personale e mi dirigo alla macchina. Ero certo che avrei potuto incontrarlo, ero certo che sarebbe stato lì. Ma sono un pessimo giocatore e ancora una volta ho perso la scommessa.
Mentre mi avvicino alla macchina mi accorgo che qualcuno è seduto sul cofano e guarda verso il locale.
“Scusi, quella è la mia macchina, le dispiacerebbe alzarsi?” Parlo ma non mi avvicino: l’ora e tarda e il quartiere non è dei migliori. Passo la mano sulla cintura, fino alla fondina dietro la schiena.
“Lei è rimasto veramente 5 ore seduto in quel posto? Perché?”
“Lei chi è? Mi spia? E poi, francamente non sono affari suoi.” Slaccio la fondina e tengo la mano sul cane. La voce mi fa suonare un campanello d’allarme: ho già sentito quella voce stasera ma non riesco ad associarla ad un volto.
“Non si preoccupi, sono la persona che aspettava. Dovevo avere la certezza che fosse intenzionato davvero ad incontrarmi.”
“Come faccio a sapere io di potermi fidare di lei?” La pistola, salda nella mia mano, è ancora nascosta dal soprabito.
“Beh, se non si fida di me, di chi altro potrebbe farlo?” Dicendo questo si alza e fa per accorciare le distanze tra noi. È uno dei due ragazzi che giocavano fino a mezz’ora fa. Come può essere realmente lui?
“Mi dia qualcosa per sapere che sto parlando con la persona giusta.”
“L’omicidio è avvenuto la notte tra il 24 e il 25 dicembre, intorno alla mezzanotte”
“Questo lo sanno tutti.”
“Sì ma io ho visto chi è stato.”
Mi passo la mano destra sugli occhi, mi sta venendo mal di testa e sonno.
“E come fa a saperlo?” Dicendo questo ritiro la pistola. È bastato un attimo, ho distolto lo sguardo per un secondo. Ora davanti a me non c’è più un ragazzo comune sulla ventina, ma un vecchio. Corpulento. Con la barba. E vestito di rosso e bianco.
“Beh, io stavo portando i regali al figlio del Presidente e ho visto chi gli ha sparato.”
Perfetto. Il mio testimone chiave è Babbo Natale in carne ed ossa. Ed ora che faccio?
Creato di botto per il contest. boh, mi sembra decente, voi che dite?
Comments2
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Tazunee's avatar
Una storia ben scritta, molti particolari ben definiti.
Bella la suspance che si è creata all'inizio, tuttavia, il finale non mi ha molto entusiasmato; certo se avessi potuto utilizzare più parole, forse sarebbe venuto meglio il finale.

Mi permetto di scrivere qualcosa che non c'entra affatto con il commento del testo, ma in un certo senso spiega il motivo del poco entusiasmo.
Io personalmente, lo trovo deleterio, il fatto di dover essere costretti a fare entrare il tutto in poche parole, sì, è una cosa fattibile, lo so, ma forse solo se è una cosa spontanea, fuori da costrizione.

Comunque, un grazie di riconoscimento, per chi si prende il tempo di scrivere delle cose interessanti da leggere, per me è doveroso.